La gestione delle malattie croniche rappresenta una delle sfide più urgenti e strutturali per il Servizio Sanitario Nazionale. In un Paese che invecchia rapidamente, i PDTA dovrebbero essere lo strumento chiave per garantire una presa in carico efficace, continua e personalizzata.
Tuttavia, a distanza di quasi dieci anni dall’approvazione del Piano Nazionale della Cronicità (2016), l’attuazione dei PDTA in Italia resta frammentata e disomogenea. Le Regioni procedono in ordine sparso, con differenze marcate nella disponibilità, nella qualità e nella reale applicazione dei percorsi. A pesare sono la mancanza di coordinamento tra ospedale e territorio, la scarsa integrazione con i Medici di Medicina Generale, l’assenza di strumenti digitali condivisi e la difficoltà nel monitoraggio degli esiti clinici e organizzativi.
Molti PDTA, pur validi su carta, faticano a tradursi in pratiche quotidiane e sistemiche, spesso per carenza di governance, formazione o strumenti informatici interoperabili. Alcune categorie di pazienti – in particolare i fragili, gli anziani, i cronici multipatologici – sono ancora troppo spesso “invisibili” ai modelli organizzativi attuali, più orientati alla gestione della singola patologia che della complessità clinica reale.
Non si tratta di scrivere nuovi documenti, ma di rendere vivi quelli esistenti: partendo dai bisogni concreti delle persone con cronicità e traducendo il concetto di “presa in carico” in un’azione organizzativa coerente, continuativa e misurabile.
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