La “sanità pubblica” e la “sanità integrativa” sono due presenze rilevanti nel sistema salute italiano. Fino ad oggi lo sviluppo di quella “integrativa” non è stato gestito e coordinato in modo adeguato dai diversi interlocutori pubblici e privati.
La mancanza di coordinamento e la spontaneità dello sviluppo anche a macchia di leopardo della sanità Integrativa in Italia, ha determinato spesso una esigua o assente “integrazione” tra l’offerta dei SSR e l’offerta delle reti sanitarie private che rappresentano i soggetti “intermediari” tra persone assicurate e le loro domande/bisogni. Questo ha spesso comportato un’inopportuna concorrenza o sovrapposizione tra i due pilastri sanitari.
Alcune delle criticità attuali della sanità pubblica nel nostro Paese, infatti, hanno di fatto accelerato il processo di sviluppo della cosiddetta “sanità integrativa” in modo non coordinato e spontaneistico, determinando disuguaglianze nell’offerta di servizi e prestazioni, e di fatto contribuendo a definire una sanità integrativa “sostitutiva” dell’offerta pubblica e non integrativa com’era nell’idea del legislatore.
Da dove ripartiamo per trovare ambiti di cooperazione e integrazione utili per rispondere ai bisogni dei cittadini? Come superare i pregiudizi che si alimentano grazie ad un uso sostitutivo e concorrenziale della sanità integrativa in Italia?
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