Cosa rende “super” un alimento
Dalla discussione emergerà che le basi più solide riguardano quattro famiglie di componenti:
- Polifenoli e carotenoidi (mango, mirtilli, tè verde, cacao) con azione antiossidante, vascolare e anti-infiammatoria.
- Grassi buoni (olio extravergine di oliva, avocado, salmone) utili per cuore e cervello. In particolare l’EVOO italiano, valorizzato dall’intervento di Coldiretti, resta l’alimento con le prove più forti sugli esiti cardiovascolari
- Fibre e prebiotici, fondamentali per microbiota e controllo della glicemia.
- Micronutrienti “abilitanti” (magnesio, ferro, vitamina D, iodio, selenio) che modulano l’efficacia degli altri nutrienti.
Il superfood che non ti aspetti: il mango
Tra bacche di goji, tè verde, avocado e curcuma, il protagonista inatteso è il mango. Non solo perché sta diventando una coltura stabile in Sicilia, Puglia e Calabria, ma perché è uno dei pochi frutti per cui esistono studi clinici su metabolismo, infiammazione e controllo glicemico. Alcune ricerche hanno mostrato che il consumo regolare di mango fresco o liofilizzato è associato a: miglioramento della glicemia a digiuno; maggiore sensibilità all’insulina; riduzione di alcuni marker infiammatori; supporto alla salute intestinale grazie a fibre e polifenoli (mangiferina in primis).
E c’è un dato narrativo potente: il mango è parte della dieta dei centenari della Penisola di Nicoya (Costa Rica), una delle Blue Zones più longeve, dove frutta tropicale, legumi e mais convivono con uno stile di vita attivo e poco processato. Il mango, quindi, ha tutti i requisiti per essere considerato un superfood “mediterraneo di adozione”: nutriente, funzionale e oggi anche locale.
Superfood sì, ma… dentro una dieta che funziona
Uno dei messaggi che gli esperti ribadiranno è che una dieta ipercalorica e ricca di amidi raffinati annulla i benefici dei cibi funzionali: prima si sistema il bilancio energetico e la qualità dei carboidrati, poi si aggiungono i superfood. Errori comuni: usarli solo occasionalmente; sceglierli in versione zuccherata o ultra-processata; cuocerli troppo (perdendo polifenoli e vitamine); non abbinarli a grassi buoni quando servono per l’assorbimento (carotenoidi, curcumina).
Superfood locali (e italiani)
Altro messaggio forte della tavola rotonda: non tutto deve venire da lontano. Per molti profili nutrizionali “da superfood” abbiamo equivalenti italiani:
EVOO ad alto contenuto fenolico; mirtilli e uva nera italiani; melograno e agrumi rossi siciliani;e, oggi, mango e avocado coltivati al Sud.
Anche i fermentati sono super
Yogurt e kefir, pane a lievitazione naturale, verdure fermentate e alcuni formaggi con batteri vivi rientrano di diritto nel discorso superfood: arricchiscono il microbiota, producono metaboliti bioattivi, aumentano alcune vitamine e riducono antinutrienti. E, come ricorderà Michels, contano molto i pattern alimentari e non il singolo alimento di moda.