Che impatto può avere la digitalizzazione sulla sanità penitenziaria?
L’introduzione delle “Case della Salute” all’interno degli istituti di pena, dotate di tecnologie di base e strumenti di telemedicina, può garantire un’assistenza più tempestiva, ridurre gli spostamenti verso gli ospedali e razionalizzare le risorse, in particolare quelle della polizia penitenziaria. A questo si deve affiancare la stabilizzazione dei professionisti sanitari, applicando in tutte le Regioni gli accordi del 2022 che prevedono organici stabili e ruoli codificati per i medici penitenziari, favorendo così la continuità terapeutica e relazionale.
Oltre a queste basi, sarà necessario il potenziamento di servizi specifici (psichiatria, odontoiatria, dipendenze) e rafforzare le REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) e le misure alternative alla detenzione per i pazienti più fragili. Il crescente numero di suicidi in carcere evidenzia, infatti, una grave crisi del sistema sanitario penitenziario, legata alla carenza di personale, alla discontinuità delle cure psichiatriche e all’assenza di strutture adeguate.