Qual è l’impatto della felicità sulla sicurezza delle cure, sull’efficacia dei trattamenti, sull’aderenza delle terapie? Come può la tecnologia liberare il tempo degli operatori per creare relazioni empatiche? E in che misura queste relazioni e il benessere che creano agiscono come fattore di salute, arginando l’insorgenza della depressione e ritardando l’avanzare della non autosufficienza?
A queste domande, fondamentali sia sul piano etico che su quello finanziario in uno scenario di progressivo invecchiamento della popolazione, si cercherà una risposta confrontando le più recenti evidenze scientifiche, le buone pratiche sul territorio italiano e gli strumenti tecnologici e di gestione del rischio che hanno identificato nell’umanizzazione delle cure non solo un traguardo di civiltà ma un moltiplicatore di sicurezza e sostenibilità delle cure.