Dal 4 al 7 novembre 2025, all’interno di ROMA Welfair, il Bar della Biochimica presenterà la I Edizione di smART SCIENCE, una mostra unica, nata dall’intreccio fra arte e scienza, per promuovere la cultura del benessere. Attraverso immagini straordinarie ottenute con tecniche di microscopia elettronica, di bioluminescenza e di risonanza magnetica nucleare ad altissima risoluzione (7 tesla), il visitatore sarà guidato in un viaggio visivo e figurativo senza precedenti all’interno del corpo umano.
La mostra nasce dalla collaborazione tra il prof. Andrea Sbarbati (Università degli Studi di Verona), anatomista e autore delle immagini, e il Prof. Eugenio Luigi Iorio (Università Federale di Uberlândia, Brasile), biochimico e ideatore del Bar della Biochimica.
Come sottolinea il Prof. Sbarbati: “Le strutture che osserviamo attraverso queste singolari tecniche di immagine non sono la somma di una serie dettagli, ma la trama micro-architettonica dei tessuti che compongono gli organi, gli apparati e i sistemi del nostro corpo. La morfologia e la struttura di questa trama rivelano un ordine invisibile che sostiene e accompagna ogni funzione, offrendo uno sguardo inedito sulla bellezza della vita. Un emozionante microcosmo ricco di meraviglie che deve portare ad una consapevolezza nuova, da tradursi in scelte consapevoli, basate su stili di vita salutari”.
E come aggiunge il Prof. Iorio: “Ad un livello più profondo, la microarchitettura cellulare ed extracellulare si materializza in membrane cellulari, mitocondri, nuclei. E tutto questo, infine, si risolve nell’armonia di atomi e molecole che, assemblandosi secondo regole ben precise, generano un proprio ordine ultrastrutturale: proteine, acidi nucleici… grassi. Anche in questo caso, tecniche sofisticate consentono di andare al di là del microscopio svelando segreti nascosti per millenni all’occhio umano”.
Su questi presupposti, smART SCIENCE, superando i confini delle singole discipline biomediche, invita il pubblico a guardare il corpo umano con occhi nuovi: non come un semplice oggetto da studiare, ma come un ecosistema prezioso da apprezzare nella meraviglia delle sue forme e da proteggere attraverso il rispetto dei suoi equilibri.
Quest’anno l’itinerario scientifico ed artistico seguirà il percorso del cibo, con un approfondimento sulle varie nuance del tessuto adiposo e sui grassi.
Il tessuto adiposo è un tipo di tessuto connettivo che può essere distinto in tre varietà, ciascuna con struttura, distribuzione e funzioni specifiche. Il tessuto adiposo bianco (WAT) rappresenta la quota principale: è costituito da adipociti uniloculari, ricchi di lipidi, ed è deputato all’immagazzinamento dell’energia sotto forma di trigliceridi; ha anche un importante ruolo meccanico e isolante, proteggendo organi interni e contribuendo all’omeostasi termica. Il tessuto adiposo bruno (BAT), invece, è specializzato nella termogenesi non associata al brivido, grazie alla presenza di adipociti multiloculari ricchi di mitocondri e della proteina disaccoppiante UCP1, che consente di dissipare energia sotto forma di calore; nell’adulto esso è localizzato in aree specifiche (regioni sovraclaveari, paravertebrali) e svolge un ruolo chiave nella regolazione del metabolismo energetico. Un terzo tipo, il tessuto adiposo beige, presenta caratteristiche intermedie: può derivare dal bianco in risposta a stimoli ambientali (come il freddo) o ormonali, acquisendo capacità termogeniche simili a quelle del BAT.
Oltre alle sue funzioni metaboliche e meccaniche, il tessuto adiposo è oggi riconosciuto come un vero organo endocrino attivo. Gli adipociti, insieme alle cellule stromali e immunitarie della matrice, producono e secernono numerose adipochine, tra cui leptina, adiponectina, resistina, visfatina e fattore di necrosi tumorale α. Queste molecole regolano l’appetito, la sensibilità insulinica, l’infiammazione sistemica, il metabolismo lipidico e glucidico, interagendo con fegato, muscolo, cervello e altri organi. Questa dimensione endocrina trasforma il tessuto adiposo da semplice “riserva” a regolatore attivo dell’omeostasi sistemica, con un ruolo centrale sia nella fisiologia che nella patogenesi di numerose malattie metaboliche e infiammatorie. Pensiamo, fra le altre, all’obesità, alla cellulite e al lipedema.
Dal canto loro, i grassi o lipidi, sono sostanze di trasversale crescente interesse perché, grazie alla loro straordinaria varietà e alla singolare capacità di auto-assemblarsi, entrano in moltissimi settori della vita quotidiana, dalla nutrizione (sono croce e delizia del nostro palato!) alla nutraceutica (vedi w–3), dalla cosmesi (vedi vescicole extracellulari) fino alla farmacologia (vedi liposomi).
La disciplina che, in tema di grassi, collega in qualche modo gli aspetti microstrutturali a quelli molecolari è la lipidomica, che occuperà la sezione biochimica smART SCIENCE. Ad un selezionato gruppo di visitatori verrà offerta la possibilità di sottoporsi a questo esame, ad integrazione della valutazione redoxomica, resa disponibile ogni anno presso il Bar della Biochimica.
Gli aspetti traslazionali dell’iniziativa saranno sviluppati dal professore Giovanni Scapagnini, docente ordinario di Nutrizione Clinica, presso l’Università degli Studi del Molise.
In conclusione, in un’epoca in cui arte e scienza tornano a dialogare — basti pensare a programmi quali “Arts at CERN” — smART SCIENCE intende accendere la meraviglia, stimolare la curiosità e promuovere una cultura del benessere basata sulla conoscenza profonda del nostro corpo e della sua straordinaria armonia.