Chi cura deve “sapere”, “saper fare”, “saper essere”. Ma lo stesso vale per chi vive con una malattia cronica. Deve conoscere la sua malattia, essere informato su come aderire al meglio alle terapie e alla prevenzione secondaria e, soprattutto, deve essere accompagnato ad accettare la malattia e a vivere una vita significativa. Da qui il ruolo dell’educazione terapeutica come strumento che migliora gli outcome clinici, l’alleanza terapeutica e la qualità della vita.
Un’educazione che non può essere rivolta solo ai pazienti ma anche ai sanitari che la impartiscono e devono essere i primi a farla propria se, come dice l’OMS, lo stigma correlato alla salute è ‘il fardello nascosto della malattia’. Uno stigma fatto di pregiudizi che i medici e sanitari stessi spesso condividono e i pazienti interiorizzano, colpevolizzandosi, allontanandosi dalle cure, perdendo fiducia nei clinici.
Ma può un malato di diabete, obesità o problemi mentali essere colpevolizzato, (o trattato come se fosse più colpevole di un ammalato di tumore?). Partendo da questa domanda un panel di esperti multidisciplinari affronterà l’impatto e l’origine dei pregiudizi in ambito sanitario, le esperienze sperimentali che l’hanno superato, e gli interventi formativi che possono aiutare il personale sanitario a informare ed essere informato, trasformando comunicazione, ascolto ed empatia in strumenti di miglioramento clinico per le cronicità.
Con il patrocinio di
Media Partner
Sponsor
In collaborazione con
Media partner
Sponsor
Fiera Roma Srl con Socio Unico
Via Portuense, 1645/1647 – 00148 Roma
P. IVA e Codice Fiscale 07540411001 – REA: 103887
Partecipata al 100% da Investimenti S.p.A.