Diagnosi ed ottimizzazione terapeutica dello scompenso cardiaco: la medicina territoriale alla luce del DM77

Lo SC rappresenta una condizione clinica che colpisce circa 1 milione di pazienti in Italia, pari all’1.7% della popolazione, con circa 90 000 nuovi casi all’anno**. L’incidenza sale al salire dell’età, fino a superare il 10% nei pazienti con più di 70 anni, e lo Sc rappresenta il più frequente motivo di ricovero nelle cardiologie e medicine interne dopo i 65 anni, ed assorbe circa il 2% della intera spesa sanitaria.

Nonostante i progressi terapeutici ottenuti nel tempo, lo SC è da considerarsi ancora una sindrome di difficile gestione, anche per la tipologia di soggetti che ne sono afflitti: pazienti anziani, con comorbilità multiple (quali cardiopatia ischemica, diabete mellito e ipertensione arteriosa) che richiedono l’utilizzo concomitante di dispositivi medici o farmaci.

L’obiettivo principale della terapia è quello di aumentare la sopravvivenza e ridurre le ospedalizzazioni, che segnano un momento prognosticamene sfavorevole nella storia dei pazienti. Per questo fine la gestione del paziente sul territorio e nelle future case di comunità è essenziale, in connessione con gli ospedali.

Come gestire il percorso del paziente da territorio ad ospedale e viceversa?

** https://www.giornaledicardiologia.it/archivio/3479/articoli/34615/

Relazioni:

Digitalizzazione come semplificazione del percorso assistenziale nello SC.

La riduzione delle ospedalizzazioni come proxy di sopravvivenza: il ruolo della terapia farmacologica.

I peptidi natriuretici sono utili alla gestione del paziente con Sc?