In particolare, tramite accordo integrativo, aziende e dipendenti possono decidere di spostare una parte delle premialità dalla busta paga ad un fondo welfare destinato ad una ampia offerta di benefits non monetari (flexible benefits), destinati sia al dipendente che a tutto il nucleo famigliare, che possono spaziare dal rimborso delle spese mediche a quelle scolastiche o degli abbonamenti ai trasporti pubblici, dai voucher carburante o per negozi fisici e online fino alle attività sportive, di benessere di prevenzione e culturali. Tutte le categorie di spesa sono regolate dal TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) e lasciano libera scelta di selezione alla persona in base alle proprie esigenze.
Il vantaggio, reciproco, è che questi fondi sono esentasse. A parità di valore monetario, perciò, sia aziende che dipendenti risparmiano gli oneri fiscali e contribuitivi. Per il personale sono una forma di sostegno aggiuntivo sia finanziario che al benessere di tutta la famiglia; per le aziende, il welfare integrativo diventa un elemento portante della sempre più necessaria strategia di attrazione del personale e riduzione del turnover.
Nonostante queste premesse, però, le nuove forme di welfare integrativo nella Sanità sono ancora poco diffuse. Perché? E come trasformare il nuovo orizzonte in uno strumento di gestione efficace e di benessere all’interno delle aziende sanitarie?
In questo tavolo si riuniscono gli stakeholder coinvolti per confrontarsi su informazione, strumenti amministrativi, vantaggi, strategie di employer branding e innovazione nella cultura del lavoro e della governance sanitaria, partendo dalle esperienze sul campo di alcune tra le più importanti aziende sanitarie in Italia, pubbliche e private, che hanno avviato i primi, pionieristici progetti di welfare integrativo in sanità.
Un’occasione imperdibile per chi vuole portare innovazione e valore umano nella Sanità.